Nell’opinione comune, anche se erronea, la moda viene collegata all’idea dell’apparire, dell’esteriorità; è difficile che la si associ a contenuti più impegnativi. Non è così per Ivana Pantaleo, artista davvero poliedrica, giovane stilista che si è ritagliata uno spazio significativo nella moda biologica. La via scelta da Ivana ci spinge a considerare la moda da una prospettiva diversa : la sua moda ecosostenibile è la nuova frontiera di una moda che guarda al futuro applicando metodologie del passato. Il punto di partenza sono i materiali, cioè i tessuti creati nell’assoluto rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema in quanto naturali. Ivana ricorda le colture di seta e di lino che fino agli anni ’50 erano molto diffuse anche in Puglia (addirittura nel nostro territorio la seta si produceva sin dal 1100 !), ma che ora sono del tutto scomparse e sottolinea come le sue creazioni utilizzino la seta non violenta, ottenuta senza uccidere il baco e ora prodotta solo in India. E la giovane stilista parla di concimi utilizzati nella coltivazione che sono spesso tossici e non controllati, di coloranti che contengono metalli pesanti altamente tossici e pericolosi, di tessuti sintetici derivati dal petrolio. A questo punto è automatica la riflessione sul nesso tessuto-salute, intendendo per salute non solo quella del pianeta ( per esempio i danni della deforestazione ), ma anche la nostra salute: basti pensare alle allergie provocate da alcuni tessuti sintetici indossati o anche i pericoli a cui sono esposti coloro che lavorano questi materiali soprattutto nella fase della tintura. E’ il rispetto del pianeta ma anche della dignità del lavoro: sono riflessioni importanti, che non ti aspetti in un incontro sulla moda, a maggior ragione quando si constata che queste problematiche non hanno mai trovato realmente spazio nel mondo della moda . Eppure è necessario ed urgente tentare di realizzare un’alternativa che investa tutta la filiera produttiva. Ed Ivana ha individuato la sua strada: è un ritorno al passato con le coltivazioni biologiche, con i tessuti naturali, con i sistemi di colorazione che usavano i nostri nonni in quanto tutto in natura è potenzialmente colore ( anche fiori e frutta ).
Ivana è anche una donna dalla spiritualità profonda e dagli interessi vastissimi, a cominciare dalla medicina orientale. Infatti con il suo progetto Clotherapy, attraverso i tessuti e i coloranti naturali, gli abiti sprigionano aromi e seguono i principi della cromoterapia e aromaterapia .Spesso inconsapevolmente utilizziamo un abito come mezzo di equilibrio e scegliamo un colore perché ne abbiamo bisogno e ci fa star bene.
La conseguenza più naturale di questa “ lezione “ su moda e ambiente è che intervenga Massimiliano Boccone , coordinatore generale del gruppo di Greenpeace di Bari, il quale sottolinea come il rispetto per l’ambiente si realizzi anche evitando sprechi e mantenendo posizioni critiche verso certi atteggiamenti ormai generalizzati nel mondo della moda. Inoltre egli spiega e illustra la campagna The Fashion Duel, che è un guanto di sfida alla moda ufficiale a ripulirsi e lancia un flashmob in piazza dell’Orologio , come consuetudine della campagna di sensibilizzazione lanciata dal movimento.
E il cinema?
La Pantaleo e Andres Arce Maldonado, artista poliedrico quanto lei, hanno curato l’allestimento della Maison Ridley Scott e si sono ispirato soprattutto al film Blade Runner, che è appunto incentrato sulla relazione tra naturale e artificiale.
Il luogo in cui si trova la Maison è fisicamente molto suggestivo: un locale della casa parrocchiale tutto in pietra, con la volta a botte e con un’unica fonte di luce costituita da un finestra con affaccio su un balconcino piccolissimo incastrato nella roccia a strapiombo sul mare , con ingresso in vico Arco Bellipario, anch’esso di pertinenza della Maison Scott. L’interno, poi, diventa un’entità metafisica semplicemente con veli bianchi distribuiti dovunque e luci meravigliose ed evocative che ora hanno la dolcezza delle stelle ora sono fredde e taglienti come laser. I veli continuano anche nel vico adiacente , dove l’androide Andres suona magistralmente col sax temi musicali del film. All’interno invece Ivana , con abiti di sua creazione, completamente ricoperta da un velo bianco, si produce nella performance teatrale Nelnomedilei , surreale ed inquietante. A rendere il tutto ancora più magico ed ipnotico scorrono una serie di foto di Maldonado dal titolo Metafisica Urbana.
Non un’esibizione, non uno spettacolo, ma un sogno!
